«Conservare, per noi, autenticamente, deve significare il conferire anzitutto concretizzazione di suono e immagine, di segno e figura, a tutto ciò che, dalla grande alterità del passato, si aderge nobile e maestoso a contestare l’Oggi, eletto proprio in quanto protestatario dell’orizzonte odierno e scelto in modo direttamente proporzionale alla propria capacità di contrastarlo e confutarlo sin nell’essenza. E questa sarà la somma sicché l’ultima
missione del dotto, il nostro compito che qui principia. E sarà forse progetto “passatista”, “regressivo” e “retro-grado”, perdutosi tra le cimmeriche brume dell’idealizzazione di un passato infero eppur trasfigurato dall’incapacità di essere adeguatamente presso quel presente ove l’avvenire principia il sorgere? Tutt’al contrario: re-instaurare ovvero ri-verberare ogni degna e alma opposizione avita a questo Potere sarà l'entelechia della contraddizione, l'acme della prassi. L’ultima rivoluzione dell’uomo, infatti, la più gloriosa, sarà una rivoluzione conservatrice -
la rivoluzione conservatrice dei prossimi olimpici, i frenanti catecontici e gli estremi custodi del limite -, ciò a cui precisamente noi, qui, abbiamo tentato di dare fondazione e principio».
Alberto Iannelli, Il Potere del nostro Tempo,
Orizzonte Altro Edizioni, 2020